Kalypsṓ - my beast
Kalypsṓ deriva dal verbo greco kalùpto (καλύπτω): «nascondere» o «coprire».
Aristotele, nell’Etica, dice che lo scopo della vita è la felicità. La felicità si chiama eudaimonìa. Eu significa bene e daimon vuol dire demone, quindi l’eudaimonia è la buona riuscita del tuo demone. Ciascuno di noi ha nascosto dentro di sé un demone. Che cos’è un demone?
È la tua virtù. Virtù vuol dire capacità, dal greco areté. E qual è la tua virtù? Perché sei nato? Che cosa vuoi fare nella vita?
Hai scoperto il tuo demone? Perché se l’hai scoperto lo devi realizzare, e se lo realizzi bene raggiungi l’eudaimonia, la buona riuscita del tuo demone, e cioè la tua buona autorealizzazione.
Come fai a sapere qual è il tuo demone? Platone dice che l’oracolo di Delfi ha detto due grandi verità: conosci te stesso e la giusta misura.
Se non conosci te stesso come fai a sapere qual è il tuo demone? Cosa fai? Guardi la televisione e pensi quello che ti piacerebbe fare a partire da lì? No, devi fare un lavoro di autoriflessione. Devi capire chi sei. C’è un mucchio di gente che vive a propria insaputa, non solo i giovani, anche gli adulti, soprattutto loro. Sono alienati cinque giorni alla settimana perché realizzano non sé stessi ma gli scopi dell’apparato di appartenenza. Poi il sabato e la domenica, quando potrebbero rivolgere uno sguardo a sé stessi, scappano come se fossero inseguiti dal peggior nemico. Fanno qualsiasi attività per distrarsi da sé.
Una volta che hai scoperto il tuo demone vedi di realizzarlo, ma secondo misura. Esamina le tue capacità, collocati là dove sei, non oltrepassare la misura perché altrimenti prepari la tua rovina.
E allora: conosci te stesso e realizza il tuo demone secondo misura. A quel punto, se riesci a stare in questo scenario diventi felice. I greci non avevano nessun catalogo per capire come ti dovevi comportare. Per loro c’era una sola categoria: la giusta misura. Non oltrepassare mai la tua misura. Siamo mortali, basta. Quella è la misura. E allora, quando ti arriva il dolore, la felicità, la potenza, la forza della vita espandila più che puoi, ma limitatamente alla tua misura. E quando sopraggiungono la difficoltà, il lavoro, reggili ed evita di "metterli in scena" in modo esasperato e poco lucido.
Non muori perché ti sei ammalato, ma ti sei ammalato perché fondamentalmente devi morire. Questa è la grande misura greca, che i cristiani non hanno perché dopo questa vita ne aspettano un’altra; hanno un desiderio infinito. E hanno perso la giusta misura.
Quando Prometeo dona agli uomini la tecnica, il mito greco lo incatena alla roccia. Noi Prometeo, cioè la tecnica, l’abbiamo scatenata. Così facendo la nostra capacità di fare supera di gran lunga la nostra capacità di prevedere gli effetti del nostro fare, quindi ci muoviamo a mosca cieca e infine annaspiamo nel tentativo di recuperare qualcosa che nemmeno noi sappiamo esattamente.
Trova la giusta misura, conosci te stesso e resta fedele a questo.